Avevo già recitato una sorta di confiteor, un mea culpa .
L'ultimo post di Luca, però, mi ha indotta ad ampliare il concetto che, precedentemente, avevo soltanto accennato: prima era uno schizzo a carboncino su foglio rigorosamente ruvido, ora è più una china e la carta è inevitabilmente liscia. Riporto dunque il commento, tale quale, che stamattina ho lasciato nelle sue stanze, e lo ringrazio per l'opportunità datami leggendo il suo scritto, di un cambio di tecnica e di carta .
*
Pensieri: troppi. Alcuni imprescindibili, molti evitabili: orpelli barocchi, lapidi incrostate di muschio, bui sepolcri.
Parole:
sempre. Gemelle dell'ossigeno, necessarie alla sopravvivenza ed al
proseguimento del viaggio. Alcune buone, altre cattive, il grano ed il
loglio (Saramago ne sapeva, la migliore descrizione su di esse l'ho
trovata nel suo "Di questo mondo e degli altri").
Opere: il cantiere è
stato fermo per anni; alcuni dicono per restauri cronici, altri per
mancanza di fondi da parte dei finanziatori, quali coraggio ed
autostima.
Omissioni: troppe. I lavori sono ripresi: si recupera ciò che si può.
o missioni? ... e io che ho sempre pensato ai missionari in stile DeNiro, Irons ... era tutto attaccato .. ahhhh
RispondiEliminaPier, quelli sono i missionari. Poi vi sono gli omissionari. Sì, tutto attaccato.
EliminaIrons non so se faccia parte anche del secondo gruppo. A me basta ammirarlo sullo schermo, a dirla tutta, perché apprezzo non poco il suo involucro.
Adoro gli orpelli barocchi, benché amante del gotico più ardito e spartano, scrivo a ghirigori e mi ci "immuschio" dentro. E Saramago docet infatti...
RispondiEliminaInfatti..
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